L’artrite cronica giovanile comprende diverse malattie, tutte caratterizzate da un’infiammazione articolare persistente.
Se ne distinguono varie forme:
- forma sistemica: in cui l’artrite è accompagnata da febbre elevata
- forme pauci o poliarticolari: in cui l’artrite interessa, rispettivamente, poche o numerose articolazioni
Le cause dipendono da una risposta immunitaria eccessiva nei confronti di agenti infettivi banali, che, in alcuni soggetti predisposti, genera una forma di autoaggressione.
Il nostro sistema immunitario, infatti, è deputato a difenderci da virus e batteri e per fare questo è in grado di identificare ciò che è estraneo all’organismo per aggredirlo. In queste malattie, però, viene in parte perduta questa capacità, per cui la risposta verso un agente infettivo si tramuta in una autoaggressione che continua anche dopo che l’agente infettivo è stato eliminato. E’ come se l’esercito, terminata la guerra, si rivolgesse contro i propri cittadini.
La terapia si è sempre basata su una generalizzata soppressione della risposta immune e/o dell’infiammazione, utilizzando:
- farmaci antiinfiammatori non steroidei,
- cortisone,
- farmaci di secondo livello,
- immunosoppressori.
Tuttavia negli ultimi anni si sono aperte nuove concrete prospettive per una terapia più efficace e mirata, grazie alla migliore conoscenza dei meccanismi coinvolti nella risposta immune e nell’infiammazione, e alla disponibilità di sostanze che sono in grado di inibire selettivamente determinate molecole o cellule, come:
- anticorpi monoclonati
- molecole ricombinanti: molecole ottenute con l’ausilio della ingegneria genetica.
La terapia ottimale consisterebbe nell’impedire all’origine l’anomala attivazione immunitaria.
Oggi teoricamente abbiamo a disposizione alcuni strumenti per inattivare selettivamente la risposta immune nei confronti di specifiche molecole, ma non sappiamo quali siano le molecole che innescano e mantengono la risposta immune indesiderata.
Il nostro laboratorio a Genova è coinvolto nello studio delle cosiddette molecole bersaglio della risposta immune anomala, ma gli interessanti risultati fino ad ora conseguiti non permettono ancora conclusioni.
Le molecole e le cellule coinvolte nei processi infiammatori sono oggi molto più note che in passato. Numerosi studi sono stati dedicati a verificare il ruolo di alcune molecole nel processo infiammatorio di determinate malattie per cui la loro selettiva inibizione possa portare a una terapia più efficace con minori effetti collaterali.
I farmaci che vengono sperimentati a tale scopo sono anticorpi monoclonati (che, come tutti gli anticorpi, riconoscono in maniera specifica il loro bersaglio) o versioni ricombinanti (cioè costruite in laboratorio) di inibitori naturali (cioè presenti nel sangue di tutti noi) delle molecole coinvolte nell’infiammazione.
I risultati migliori sono stati fino ad ora ottenuti con l’inibizione di una particolare molecola che si chiama tumor necrosis factor (TNF) e alcuni studi suggeriscono che essa giochi un ruolo importante nell’artrite reumatoide dell’adulto. I farmaci a disposizione per inibire TNF e che sono stati impiagati nell’adulto sono due:
- un anticorpo monoclonale anti-TNF ( Infliximab );
- una molecola ricambiante che contiene inibitori naturali di TNF (Entanercept).
L’esperienza nel bambino è limitata a uno studio americano su un gruppo limitato di pazienti con artrite cronica giovanile trattati con Entanercept, ottenendo anche in questo caso buoni risultati clinici.
L’esperienza fino ad oggi mostra come gli inibitori di TNF siano ben tollerati, anche se non possiamo ancora giudicare gli eventuali effetti collaterali a lungo termine.
Nei nostri laboratori a Genova abbiamo mostrato come nella forma sistemica di artrite cronica giovanile un’altra molecola dell’infiammazione, l’interleuchina-6 (IL-6), giochi un ruolo molto importante e stiamo sperimentando inibitori selettivi di questa molecola in modelli animali.
Va comunque ricordato che tutti gli inibitori specifici delle molecole coinvolte nell’infiammazione rimangono farmaci sintomatici che agiscono, cioè, sugli effetti ma non sulle cause e la cui efficacia perciò cessa con l’arresto della loro somministrazione.
Gli studi sull’efficacia di un nuovo farmaco richiedono la sua somministrazione, seguendo protocolli di studio rigorosi, in un numero considerevole di pazienti.
Questo è stato sempre molto difficile nel caso dell’artrite cronica giovanile, poiché, trattandosi di una malattia abbastanza rara, era difficile radunare un congruo numero di pazienti. Questo problema è stato risolto di recente con la creazione di PRINTO (Pediatric Rheumatology International Trial Organisation) la rete europea che riunisce in maniera capillare tutti i centri di reumatologia pediatrica europei e che ha il suo centro di direzione e coordinamento a Genova.
Esistono perciò le migliori premesse perché negli anni futuri possiamo assistere a un significativo miglioramento dell’efficacia della terapia nell’artrite cronica giovanile e nelle altre malattie reumatiche croniche del bambino.
Dott. Alberto Martini
Di seguito i dossier realizzati dai collaboratori della rete Printo con le caratteristiche delle malattie reumatiche pediatriche. Questa sezione è stata scritta specificamente da un gruppo di medici e operatori sanitari che fanno parte di PRINTO/PRES/SHARE ed è stata esaminata da rappresentanti di diverse associazioni di famiglie:
Artrite Idiopatica Giovanile | |
Lupus eritematoso sistemico (LES)
Anticorpi antifosfolipidi, Lupus neonatale |
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Dermatomiosite Giovanile | |
Sclerodermia | |
Spondiloartrite Giovanile/Artrite Associata a Entesite (SPA-ERA) | |
Malattia di Kawasaki | |
Porpora di Henoch- Schoenlein | |
Vasculite Sistemica Primaria Giovanile Rara
Poliartrite nodosa, L’arterite di Takayasu, Granulomatosi con poliangite, Altre vasculiti |
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Febbre Reumatica e Artrite Reattiva Post-Streptococcica | |
Malattie Autoinfiammatorie
Blau, CANDLE, CAPS, CRMO, DIRA, FMF, Majeed, MKD, NLRP-12, PAPA, PFAPA, TRAPS |
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Malattia di Behçet | |
Artrite di Lyme | |
Sindromi da dolore agli arti
Sindrome da dolore cronico diffuso, sindrome dolorosa regionale complessa di tipo 1, eritromelalgia, sindrome benigna di ipermobilità, dolore rotulofemorale – dolore alle ginocchia, lussazione della testa del femore, osteocondrosi, malattia di Legg-Calvé-Perthes, malattia di Osgood-Schlatter, malattia di Sever, malattia di Freiberg, malattia di Scheuermann |
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Le Terapie Farmacologiche
FANS – Farmaci antinfiammatori non steroidei, Ciclosporina A, Immunoglobuline endovena, Corticosteroidi, Azatioprina, Ciclofosfamide, Metotrexato, Leflunomide, Idrossiclorochina, Sulfasalazina, Colchicina, Micofenolato mofetile, Farmaci biologici, Nuovi farmaci in fase di sviluppo |